Il cinema di Checco Zalone, al secolo Luca Medici, fa davvero bene agli italiani, e non solo in senso economico. Riempie le sale, genera un significativo indotto per l’industria cinematografica italiana, e riaccende quella passione per il cinema che ci spinge a uscire di casa, rilassarci, scoprire e divertirci. Ma Zalone non si limita a farci ridere: ci fa riflettere, spesso in modo pungente, sulla nostra società e sul Paese in cui viviamo. È proprio questo il mix vincente che ha saputo costruire con cura maniacale: una comicità capace di intrattenere, ma anche di stimolare un pensiero critico.
Zalone è un talento tutto italiano, in grado di competere con le più sofisticate strategie hollywoodiane, ma che al tempo stesso rende omaggio a giganti del nostro cinema come Pasolini e Bertolucci. Insieme a Paolo Virzì, co-autore della sceneggiatura, ci riporta alla tradizione della grande commedia all’italiana, quella che narra delle “avventure dei nostri eroi”, rivisitata attraverso una comicità politicamente scorretta e provocatoria.
In questo ultimo film, Zalone affronta con ironia il delicato tema dell’immigrazione, analizzando pregi e difetti degli italiani senza mai cadere nella banalità o nel moralismo. Al centro c’è sempre l’uomo comune, con le sue piccole ossessioni quotidiane — avvocati, ex mogli, tasse — che gli sembrano così insormontabili da far apparire come lontani persino i drammi veri, come una guerra civile che costringe un popolo alla fuga. Zalone rappresenta quell’egoismo radicato in tutti noi, ma lo fa senza puntare il dito o salire su un piedistallo. Al contrario, attraverso la sua ironia ci invita a riflettere senza polemiche, lasciando che siano le risate a far emergere le contraddizioni.
Il film è un omaggio alla tradizione del cinema italiano, con richiami espliciti a Monicelli e Troisi, e un tributo alla musica italiana, da Modugno a Mino Reitano, passando per Sergio Endrigo e Francesco De Gregori. La scelta della canzone “Viva l’Italia” di De Gregori è tutt’altro che casuale: come Zalone, anche De Gregori ci spinge a guardare con occhio critico il nostro Paese, ma sempre con un affetto di fondo.
E allora, viva l’Italia, viva Checco Zalone e viva il buon cinema italiano, capace di farci ridere, pensare e, soprattutto, riscoprire la gioia di andare al cinema.








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