Cinema e Territorio


Ieri dopo la messa in onda del film di Muccino “A casa tutti bene” ho avuto modo di leggere alcuni post malcontenti, che vertevano principalmente sul fatto che Ischia non era menzionata oppure di non avere avuto nessun riscontro dopo la disponibilità che l’isola aveva offerto. Commenti legittimi, ma mi sembra doveroso da cittadino prima di essere il location manager e un esperto di cineturismo di offrirvi un punto di riflessione. Il film era scritto e ambientato a “Ventotene”, fu grazie ad una serie di combinazioni che riuscimmo ad averlo ad Ischia. Voglio ricordare che la produzione del film sbarco ad Ischia la settimana dopo del terremoto, che in un attimo, aveva cancellato la stagione turistica e attirato a se una continua promozione negativa. In tutti i talk show si parlava solo del terremoto di Ischia, cancellazioni a go-go, stagione turistica finita. Grazie allo sbarco della produzione che invece attestava , con la presenza di ben 13 attori nazionali di un certo livello: Sandrelli, Favino, Accorsi, Tognazzi, Ghini etc. serenità per poter girare. Così in un attimo passammo dall’isola terremotata all’isola dove si stava bene, confermato sopratutto da una così grande troupe che veniva a girare. Servizi giornalistici continui da Ischia, selfie degli attori che decantavano i luoghi con milioni di visualizzazioni etc. Da esperto di cineturismo ed avendone la facoltà, grazie agli studi scientifici e universitari elaborati dalle più autorevoli istituzioni, posso confermare che un turista non è attratto dal “nome” della località che viene menzionata nel film bensì dall’immagine di ciò che vede. E in questa occasione ancora una volta i luoghi sono stati protagonisti, così come nel film di Pieraccioni e di Minghella. Basti pensare a Montalbano e Licata per capire il concetto. A livello economico per il paese questo film ha portato l’occupazione di 70 camere doppie per circa 3 mesi, personale isolano a lavorare nella produzione, migliaia di pasti durante il set (la troupe era di circa 80 persone) ristoranti per la troupe la sera, noleggio taxi per gli spostamenti, fitto delle location, e ovviamente la collocazione di oltre cento comparse. Il titolo del film originariamente era “L’isola che non c’è” , immaginate cosa sarebbe stato per l’isola D’Ischia dopo un terremoto se la produzione avesse continuato a tenere lo stesso titolo. Sensibili al danno che avrebbe potuto arrecare , decisero di cambiare il titolo in “A casa tutti bene” una sorta di “sostantivo” che comunicava (nonostante la tragedia che era avvenuta e le dolorose perdite che si sono avute) che comunque ad Ischia si continuava a vivere. Il film ha ottenuto il premio de pubblico al David di Donatello, io stesso ascoltavo le persone in sala a Roma, alla prima, dire che bello quel posto voglio andarci. E stato esportato in mezzo mondo, oltre alle pay-tv, e dopo tre anni di giri per il mondo (pubblicità continua ai luoghi de film) ed è risultato il film più visto dagli Italiani durante il periodo natalizio nell’anno di uscita. In considerazione che uscivamo da un terremoto che aveva accesso le luci “negative” sulla nostra isola, (E che non si spegnevano) considero l’intera operazione del film di Muccino un grande contributo all’isola, poi soggettivamente il film può o non può piacere, ma questa è un altra storia.

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