Ritorno a Berlino: Tra Ricordi e Riflessioni
Dopo il mio ritorno dagli Stati Uniti ad Ischia, decisi di trasferirmi a Berlino. Gli anni ’70 erano un periodo di grande cambiamento per me, e l’isola mi stava stretta, soprattutto dopo aver vissuto in una grande metropoli. Quando arrivai a Berlino, ero appena diciottenne, e ricordo ancora il brivido che provai mentre i controllori dei treni mi esaminavano con sospetto a causa del mio passaporto italiano con l’aquila americana. Quel simbolo di libertà era, per loro, motivo di diffidenza. Finalmente, quando arrivai alla stazione di Bahnhof Zoo, tirai un sospiro di sollievo.
Ad accogliermi c’erano gli amici di Ischia che si erano trasferiti nella capitale tedesca. La prima cosa che feci, seguendo una tradizione non ufficiale, fu quella di “pisciare” contro il Muro, quel simbolo di vergogna e divisione. La mia prima permanenza a Berlino durò otto mesi, ma tornai diverse volte. Ogni volta che visitavo Berlino Est, avevo un permesso di 24 ore e dovevo affrontare controlli minuziosi, che a volte includevano perquisizioni complete. L’esperienza di attraversare il checkpoint e ritornare nella Berlino “libera” era una sorta di liberazione.
Berlino, per me, era una piccola New York, un luogo dove tutto sembrava lecito: droga, sesso e rock and roll, specialmente nel quartiere americano dove vivevo e lavoravo. Ogni anno, una mostra documentava i vari tentativi degli abitanti della Berlino Est di evadere da quell’incubo. Eravamo nel pieno della Guerra Fredda, come allora veniva definita.
Quando il Muro cadde, il 9 novembre 1989, ero di nuovo a New York. Ricordo le immagini in diretta televisiva mentre lavoravo a Little Italy; avrei voluto essere lì, a vivere quel momento storico. Tornai a Berlino qualche anno dopo con mia moglie Enny. La città era cambiata radicalmente; il baricentro di quella metropoli si era spostato e le strade che conoscevo sembravano lontane anni luce dal mio ricordo del tempo del Muro. Quello stesso muro aveva visto migliaia di morti, famiglie separate e vite spezzate.
Rivedo quei momenti in alcuni film, due in particolare, “Il Tunnel” e “Le Vite degli Altri”, che mi riportano a quel periodo buio della storia. Oggi, ritorno a Berlino quasi ogni anno per il festival del cinema. La città è diventata una delle capitali europee più dinamiche, eppure, quando passo per il Checkpoint Charlie, sento ancora un nodo alla gola.
Domani, 9 novembre 2014, si celebrano i 25 anni dalla caduta di quel muro. Eppure, in alcune situazioni, un enorme muro tra libertà e ideologia continua a rimanere alto nella nostra società contemporanea.








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