Dovremmo ricordarci del grande drammaturgo Eduardo De Filippo non soltanto nel trentennale della sua morte. Dovremmo ricordarlo ai giovani, obbligare le scuole superiori di insegnarlo nei testi scolastici, al pari di Pirandello e altri. Dovremmo ricordarlo per aver consegnato al mondo intero una preziosa testimonianza della cultura napoletana del 900. Dovrebbe ricordarlo la RAI inserendo nei suoi palinsesti “il teatro” come cultura, magari alle 20:30 e non alle 23:30 come fa’ sporadicamente con il solito “Natale in casa Cupiello” nelle festività’ Natalizie. Dovremmo ricordarci che i suoi testi sono stati tradotti in quasi tutte le lingue del pianeta. Dovremmo ricordarlo per il suo impegno sociale, dovremmo ricordarci della sua passione e per il suo perfezionismo. Dovremmo ricordarci quando diceva “ho assorbito con pieta’ e avidità’ la vita di tanta gente”. Io, lo voglio ricordare così.
Eduardo….sempre

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