Il Restauro dei Sarcofagi Egiziani al Castello Aragonese: Un Tuffo nella Storia
Oggi ho avuto l’onore e il piacere di introdurre il tavolo dei lavori per la presentazione del progetto di restauro dei due sarcofagi egiziani della XXI dinastia, provenienti dal secondo nascondiglio di Deir el-Bahari, al Castello Aragonese di Ischia. È stata una giornata emozionante, che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando, da giovane, mi dedicavo con passione e curiosità alla ricerca delle testimonianze della grande civiltà egizia nei musei che visitavo.
Ricordo ancora con vividezza le visite al Museo del Cairo, al Museo Egizio di Torino e al Natural History Museum di New York. La mia passione per l’egittologia è ben nota a chi mi conosce, e il rimpianto di non aver seguito quel percorso per diventare archeologo è rimasto con me. Erano altri tempi e le possibilità erano limitate, ma la passione è rimasta intatta.
Oggi, grazie al progetto dell’Istituto Europeo del Restauro, ho potuto rivivere quella passione al Castello Aragonese. I due sarcofagi, esposti all’interno della Chiesa Bianca dell’Immacolata, erano avvolti in uno splendore antico, con i loro geroglifici e la poesia millenaria incisa su un involucro di legno che ha superato il tempo. Quando ho visto i sarcofagi insieme agli altri partecipanti alla presentazione, ho provato emozioni simili a quelle di un tempo.
Tra scatti di fotografi e appassionati che immortalavano i sarcofagi con i loro smartphone e macchine fotografiche digitali, simboli dell’evoluzione tecnologica odierna, mi sono chiesto: “Quanto conosciamo veramente di questa grande civiltà?” La stessa sensazione l’avevo avuta durante il mio viaggio al Cairo e alle piramidi. La civiltà egizia non ha solo lasciato al futuro meraviglie architettoniche come le piramidi e i geroglifici, ma anche un mistero che continua ad affascinare il mondo intero.
Il ricordo del film “Cleopatra” con Liz Taylor, girato in parte a Ischia negli anni ’60, è tornato alla mente. Nel film, Cleopatra arriva ad Ischia Ponte (trasformata in Azio) per incontrare Marcantonio al Castello, ma rimane sulla sua barca, poiché quelle acque rappresentano il confine con l’impero romano. Oggi, a distanza di 50 anni, gli egiziani sono saliti al Castello, così come molti ischitani sono venuti ad ammirarli.
Spero che questo evento storico stimoli una riflessione sull’importanza di conoscere e rispettare il passato, la nostra storia e quella delle civiltà che hanno plasmato il nostro mondo. Non dobbiamo limitarci a immortalare questi momenti con una foto, ma dobbiamo cercare di approfondire il nostro legame con la storia.
Come sottolineato oggi dal direttore del Museo Reale di Arte e Storia di Bruxelles, Eric Gubel, Ischia è la culla del “mare nostrum” e custode di una storia millenaria, con la “Coppa di Nestore” e la testimonianza della prima colonia greca d’Occidente. La cultura e la storia non appartengono a una ristretta élite, ma sono radici fondamentali della nostra vita quotidiana. Dobbiamo rispettare le testimonianze che il passato ci ha lasciato, dalla bellezza dei paesaggi ai monumenti storici, per proseguire il cammino dell’umanità verso il futuro, utilizzando la tecnologia senza dimenticare il grande patrimonio che il passato ci ha lasciato.








Lascia un commento