Oggi mentre ero al mare ai piedi del castello aragonese non ho potuto fare a meno di ascoltare una “pseudo guida” che illustrava la storia del castello (piena di incongruenze) ad un gruppo di turisti che ha preferito non pagare l’accesso per poter ammirare dal vivo il castello. Questo mi rattrista molto, mi fa’ capire due cose: la prima, il tipo di turisti che circola sulla nostra isola, e la seconda il tipo di imprenditoria turistica che governa ad Ischia. Se non riusciamo a far capire il valore dei nostri beni, se non riusciamo a far capire l’importanza del Castello Aragonese quale luogo di estrema importanza nella storia di quest’isola allora siamo lontani anni luce da quel cambiamento che molti ischitani auspicano per far si che Ischia ritrovi la sua naturale vocazione turistica e che sia competente su un mercato internazionale. Il valore dei propri beni, nonché la sua conservazione sono di vitale importanza per un territorio. Ischia “arranca” la sua posizione turistica in un mercato globale cercando sempre un capo espiratorio per poter giustificare la sua lenta agonia. Proposte, tavole rotonde, esperti di marketing, sono termini che ascolto da anni, e se invece cercassimo di conservare il nostro patrimonio così come hanno fatto diverse località’ turistiche del mediterraneo come la Spagna, la Grecia etc. ? Se cercassimo di valorizzarlo, se cercassimo di puntare sulla qualità’ dei servizi? avremmo fatto un grande passo avanti…Forse gli ischitani si devono ancora rendere conto dell’immenso patrimonio che mal custodiscono….
Ischia, i turisti e il suo patrimonio…..

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