Scampia: destination immage


scampiaQuando nel 2001 iniziai ad occuparmi di quanto fosse attraente per il pubblico un luogo visto al cinema, (promuovendone successivamente le opportunità e coniando il termine “Cineturismo”), mi sono sempre posto la domanda anche al contrario: “quanto può danneggiare un film, una fiction tv ad una specifica località?” Gli studi raccolti in questi anni, da esperti del settore hanno stabilito che al pari una produzione televisiva o cinematografica può sia favorire l’incremento turistico di una località o distruggerla a secondo di come la si descrive. Ne è un esempio per tutti il famoso quartiere di New York, il Bronx, nell’immaginario collettivo (e grazie sopratutto ai film che lo hanno raccontato) è stato descritto come luogo da non viverci. Vive in questi giorni lo stesso dramma il quartiere di Scampia, località emersa all’attenzione internazionale grazie al flm Gomorra tratto dal libro di Saviano. I rappresentanti di quartiere e persino lo stesso sindaco di Napoli non vogliono che ci siano ulteriori riprese televisive che ne distruggono l’identità territoriale. Ma di quale identità territoriale stiamo parlando? Quale bene si dovrebbe tutelare? Se un territorio esprime un certo malessere è giusto che questo venga raccontato, denunciato e anche promosso affinché chi ci vive o chi lo deve tutelare amministrativamente ne prenda atto e intraprenda le azioni giuste per migliorarne l’immagine. Indubbiamente l’Italia non è tutto uno stato di mafiosi (su questo bisognerebbe aprire un capitolo  a parte) ci sono anche tanta brava gente, cosi come anche a Napoli, in Calabria e in Sicilia, ma quando si racconta la specificità di un problema, questo che piaccia o no, bisogna che venga fuori, altrimenti si rischia di fare come lo struzzo: di mettere la testa sotto la sabbia per non vedere quello che gli succede intorno. Saviano a riguardo di questa vicenda ha detto  “chi racconta il male diventa il male”. Noi non possiamo diventare il male soltanto perché raccontiamo la storia esistente, ne dobbiamo prendere atto che esiste, (se non stravolta per fini commerciali)  e cambiarla se non la vogliamo più in quel modo. Abbiamo già abbastanza politici che vedono solo quello che vogliono, se ci sono delle brutture nel mondo queste vanno denunciate, attraverso i mezzi di comunicazione a disposizione della collettività.  Se Scambia non è cosi, lo dimostri, ma veramente, chiedendo anche aiuto se necessario, non chiudendosi come l sicilia in questioni omertose del tipo “nun saccio”.  Nel mio festival spesso ho ospitato opere cinematografiche che denunciavano malesseri sociali, ma nessuno li voleva sopratutto nei festival tradizionali che si giustificavano “non hanno la giusta collocazione per il ns. festival”. I media , la televisione e sopratutto il cinema hanno il dovere di raccontare la verità sui fatti, e se a Scampia questo succede, c’è poco da fare, o si cambia oppure si racconti la verità, perché è soltanto attraverso la verità che l’uomo riesce a trovare la giusta strada da percorrere per la sua evoluzione. Siamo stati già per troppi anni vittime di chi ha scritto la storia a modo suo, non possiamo continuarlo a fare….

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