L’Uomo e la Bestia

Non essendo un appassionato di calcio, ieri sera ho deciso di rivedere per la seconda volta “Amore senza confini”, un film straordinario con Angelina Jolie e Clive Owen. Questo film racconta una delle molte storie di persone che lottano quotidianamente contro la fame e le malattie in Africa. La trama si concentra su un gruppo di medici senza frontiere e volontari inglesi che dedicano la loro vita a salvare quelle umane, abbandonando il comfort della vita occidentale.

Nel film, la fame si rivela un tormento più acuto della sofferenza fisica causata da malattie o ferite da armi da fuoco. In questo scenario, spuntano le mine antiuomo, che, quando ti trovi sopra di esse, lasciano come unico ricordo il “click” che segna il tuo destino. Queste mine, che noi in Italia produciamo, possono ridurre una persona a vivere un’esistenza atroce, spesso lasciandola mutilata.

In Africa, non esistono codici di allerta come quelli annunciati dai telegiornali in Belgio, dove “l’allerta antiterrorismo è scesa dal livello 4 al livello 3”. In quelle terre, il livello di pericolo è sempre al massimo. Le persone devono correre per procurarsi cibo, acqua o medicinali, senza poter pensare se ci sono mine. È un rischio che devono correre.

Queste mine sono prodotte dalla società italiana Beretta S.p.A., con Beretta come socio principale e lo IOR, la banca del Vaticano, come maggiore socio azionario. Oggi, come in passato, i telegiornali mostrano il Santo Padre in visita in Africa, in quelle aree dove vivono decine di migliaia di persone in condizioni di estrema povertà. I cronisti sottolineano che Bergoglio lascerà anche dei fondi per aiutare queste persone.

Io resto a riflettere su quanto accaduto, grato per il sole che oggi splende e mi aiuta ad affrontare questo nuovo giorno, mentre continuo a pensare alle vittime del nostro egoismo.