La Nuova Guerra Economica: L’Ascesa della Germania in Europa
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Germania è emersa con un’immagine profondamente macchiata: milioni di morti, sevizie, l’Olocausto e atroci crimini di guerra hanno marchiato la storia. Questo è il ritratto che ci viene spesso presentato, soprattutto nei film che raccontano le sofferenze del popolo ebraico. Tuttavia, è interessante notare che, sebbene queste narrazioni siano essenziali, esistono altre figure storiche come Pol Pot e Stalin che hanno causato un numero ancora maggiore di vittime. Questo è un aspetto che, a mio avviso, meriterebbe una riflessione più approfondita.
Ciò che è indubbio è che la Germania, etichettata come “sanguinaria” per le sue atrocità passate, ha scelto di combattere una “terza guerra mondiale” con metodi completamente diversi: senza armi e senza sangue, ma attraverso una strategia economica raffinata e astuta. Oggi, la Germania guida l’Unione Europea, stabilisce governi e arricchisce il suo popolo, tutto sotto gli occhi di un’Europa che sembra accettare questo predominio senza timore di una nuova dittatura.
Recentemente, abbiamo assistito a un altro “bombardamento” — questa volta virtuale — che ha portato alla diffusione della presenza tedesca nel Sud Europa. In Italia, sono stati nominati nuovi dirigenti di prestigiosi istituti culturali: Eike Schmidt, 47 anni di Friburgo, è il nuovo capo degli Uffizi, succedendo ad Antonio Natali; Cecile Hollberg, 48 anni, storica e manager culturale tedesca, guiderà le Gallerie dell’Accademia di Firenze; e Gabriel Zuchtriegel, 34 anni, sarà il nuovo direttore del parco archeologico di Paestum. Questa avanzata tedesca si estende anche alla Grecia, dove il governo ha concesso alla tedesca Fraport la gestione di 14 aeroporti, tra cui quelli di Salonicco e delle isole di Santorini, Mykonos, Kos, Rodi e Corfù, per una somma di circa 1,23 miliardi di euro. Questo accordo prevede la gestione degli scali fino al 2055, proprio nel giorno in cui la Germania approva un piano di rifinanziamento per la Grecia.
Siamo quindi testimoni di una nuova forma di guerra, basata sull’economia e sul controllo strategico, piuttosto che su scontri armati. È un’evoluzione naturale in un’era 2.0, dove anche le “bombe” sono intelligenti e i conflitti si svolgono su terreni meno visibili ma altrettanto decisivi. Come diceva una famosa canzone, siamo immersi in un mondo dove la guerra è cambiata, ma il potere e la strategia rimangono invariati.








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