Terremoto di 3.8 al largo di Linosa, due nuove scosse sul Pollino.
Il confine tra basilicata e Calabria è interessato da oltre un anno da uno sciame sismico che ha fatto registrare piu di 600 scosse. Sono tremendamente preoccupato per il Marsili, ovvero il mega vulcano che si trova in linea d’aria tra le isole di Ischia Capri e le isole eolie, una sorta di bestia sottomarina che dicono sia uno dei piu pericolosi vulcanoi sott’acqua che potrebbe emergere cpn conseguenze catastofiche…speriamo bene. Certo che noi posizionatio tra il Vesuvio di fronte, il Vulcano dell’isola (Epomeo) e il Marsili da un lato non è che stiamo tanto tranquilli…ma d’altronde che fai? Scappi?
Giusto per capire chi è il Sig. Vulcano Marsili:
VULCANO MARSILI TSUNAMI – Il Marsili è uno uno degli edifici vulcanici più grandi di tutta l’Europa. secondo gli studiosi, questo si sarebbe attivato negli ultimi due milioni di anni, e oggi è caratterizzato da una pesante crosta di tipo oceanico, composta principalmente da silicati di ferro e magnesio e con uno spessore di circa 10 chilometri. Il suo cratere si trova in mare aperto, a circa 65-70 chilometri a nord dell’arcipelago Eoliano.
Lungo i fianchi si sono rinvenibili crateri secondari dai quali fuorie un gran quantitativo di magma, che fuoriuscito dalle eruzioni si accumula lungo i pendii del vulcano; l’accumulo eccessivo di questi materiali comporta spesso eventi franosi, con conseguenti fenomeni sismici di bassa entità.
In passato, lungo i fianchi dell’apparato vulcanico si sono generati eventi franosi sottomarini in grado di creare imponenti onde di “tsunami” che hanno “sconvolto” le coste tirreniche, dalla bassa Campania fino ai litorali della Basilicata, della Calabria e della Sicilia settentrionale, con un picco di altezza di “8-10 metri”. E’ proprio questo il motivo per cui il Marsili rappresenta oggi una delle principali fonti “tsunamigenetiche” dell’intero mar Tirreno, destando una certa preoccupazione negli scienziati. La nave oceanografica Urania del CNR, nel febbraio 2010, ha avviata una campagna di studi con oggetto proprio il vulcano. Proprio il rilevamento di numerose frane di una certa entità è stata considerata come causa di notevole instabilità.
Enzo Boschi, sismologo e presidente dell’INGV, in un’intervista ha dichiarato: “Il cedimento delle pareti muoverebbemilioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generareun’onda di grande potenza che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione per la mancanza di una capillare rete di sismometri in grado di avvisare se un’eruzione è imminente, almeno con un certo margine di preavviso come avviene per l’Etna”.
Purtroppo nessuno è in grado di prevedere quando e in che misura il Marsili darà sfogo a una forte eruzione; tuttavia stando alle statistiche è difficile che possa verificarsi una forte eruzione, di tipo esplosivo.
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