Chinonye Chukwu, la regista nigeriana naturalizzata statunitense, affermata come uno dei nuovi talenti alla regia cinematografica propone il suo ultimo lavoro, “Till – Il coraggio di una madre”. Il film ha suscitato un vivace dibattito oltre oceano, principalmente per la sua esclusione dalle nomination agli Oscar del 2023, e in particolare per quanto riguarda la mancata candidatura dell’eccezionale interpretazione di Danielle Deadwyler nella categoria “Miglior Attrice”. Quest’opera offre uno sguardo profondo e scomodo sulla coscienza americana, toccando una pagina dolorosa della storia degli Stati Uniti. Il film esplora un momento doloroso e imbarazzante della storia americana, mettendo in evidenza le brutture della discriminazione razziale. Narra di un’epoca in cui, nel Sud degli Stati Uniti, il linciaggio delle persone di colore era quasi un passatempo. Danielle Deadwyler brilla nel ruolo principale, sfruttando appieno l’importanza del personaggio che interpreta. Nonostante si muova in un contesto carico di odio nel Mississippi, già teatro di opere memorabili come “Fa’ la cosa giusta” (1989) di Spike Lee e “Mississippi Burning – Le radici dell’odio” (1989) di Alan Parker, la regista nigeriana si concentra principalmente sulla speranza che può nascere dalla tragedia, nel contesto più ampio dei diritti civili. Talvolta, però, questo approccio sembra far perdere di vista il quadro completo di quei luoghi, che nel film appaiono sempre impeccabili, con abiti puliti e nessuna traccia di sudore nonostante la calura, automobili appena uscite da un lavaggio e una patina di cera che nasconde la dura realtà, creando una messinscena ammirevole ma talvolta eccessivamente artificiosa. Tuttavia, il vero protagonista rimane il racconto in sé, una storia incivile e aberrante di violenza in un mondo in cui disuguaglianza e razzismo sono profondamente radicati. Il film, scritto e diretto dalla regista, si basa sulla vita di Mamie Till-Mobley e sulla sua battaglia per la giustizia dopo l’atroce omicidio di suo figlio, Emmett Till. La trama segue la trasformazione di Mamie Till in un’educatrice e attivista nel Movimento per i Diritti Civili degli afroamericani dopo la morte del suo giovane figlio di 14 anni. Nel 1955, Emmett fu brutalmente picchiato, ucciso con un’arma da fuoco e gettato nel fiume Tallahatchie da suprematisti bianchi. Mamie Till insistette affinché il feretro di suo figlio fosse aperto durante il funerale, per mostrare al mondo le atrocità subite. Questo gesto divenne noto in tutto il mondo all’epoca. La regista attinge da 27 anni di ricerca di Keith Beauchamp, il cui impegno ha portato alla riapertura del caso di Till da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nel 2004. Simeon Wright, cugino di Till e testimone oculare dell’evento, è stato consulente del progetto fino alla sua morte nel 2017. Nel film, la protagonista è affiancata da un talentoso cast che include Jalyn Hall, Frankie Faison, Haley Bennett e Whoopi Goldberg (che ne è anche produttrice). Distribuito in Italia da Eagle Pictures, il film è disponibile su PRIME VISION, offrendo al pubblico la possibilità di riflettere su questa storia toccante e significativa.








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