Grazie al Festival e al mio impegno per il cineturismo, ho avuto l’opportunità di visitare la Cina diverse volte, esplorando luoghi come Hong Kong, Pechino, Shanghai, Macao e Lantau. Durante questi viaggi ho cercato di immergermi nella loro cultura millenaria, che pur mantenendo le radici in antiche tradizioni, guarda costantemente al futuro. Un dettaglio che mi ha sempre colpito è l’abitudine di indossare mascherine, pratica comune non solo per proteggersi, ma soprattutto per proteggere gli altri. Un semplice gesto, come coprirsi il volto per un raffreddore o una tosse, dimostra un profondo rispetto per la salute pubblica. Sui mezzi pubblici, nelle metropolitane o sugli autobus, vedere persone con la mascherina è assolutamente normale.
In Italia, invece, questa abitudine è stata a lungo fraintesa. La parola “cultura” qui viene spesso svalutata, e mi è capitato di vedere giovani che deridono e offendono i turisti cinesi solo perché indossano mascherine, inconsapevoli del valore e del significato dietro quel gesto. Questa ignoranza verso le altre culture non solo mi preoccupa, ma richiama alla mente momenti bui della storia, come la discriminazione ebraica durante la guerra. Non sorprende, quindi, che in questo paese persistano ancora forme di antisemitismo e intolleranza verso ciò che è diverso.
Alla radice di questa miopia culturale c’è, a mio avviso, un sistema scolastico che negli ultimi decenni ha fallito nel trasmettere i valori dell’educazione civica e del rispetto per le culture altrui. È un’offesa alla nostra stessa storia, alla ricchezza dei valori e delle tradizioni che hanno sempre caratterizzato il Popolo Italiano..








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